Il fissaggio delle ali nei biplani
Spesso vedo biplani con le ali “trafitte” da enormi baionette e con montanti e cavi (quando ci sono) puramente decorativi. Probabilmente ciò velocizza il montaggio in campo volo, ma non sfrutta assolutamente la peculiarità del biplano, e cioè la ragione per cui si progetta un biplano anziché un monoplano. Fin dagli esordi del volo, i biplani erano una scelta obbligata perché, grazie a una struttura composta da montanti e tiranti che praticamente costituiva un traliccio indeformabile, consentivano di realizzare cellule leggere e robuste. Ciò vale ancora oggi, ma nell’aeromodellismo viene quasi sempre ignorato.
Nei miei biplani le ali sono tenute attaccate alla fusoliera solamente dai cavi, invece di baionette utilizzo dei corti spinotti che servono solo per tenere allineate le ali. In questo modo, ottengo un doppio vantaggio: in caso di incidente i cavi si rompono, le ali si staccano e i danni sono sempre limitati. Inoltre non servono longheroni esageratamente robusti perché la parte di ala che lavora a balzo è solo quella al di fuori dei montanti.
Il biplano nella foto è un mio progetto originale ed è il primo in cui ho utilizzato questa tecnica, che mi sono convinto ad adottare definitivamente dopo un passaggio a tutto gas del modello attraverso un pioppo. Ne uscì solo la fusoliera, che cadde nel campo di mais sottostante. Dopo avere recuperato le ali che erano rimaste nel pioppo, con mezz’ora di lavoro in campo per sostituire e riparare i cavi rotti, ripresi tranquillamente a volare.




Anche i miei
Bücker Jungmeister in scala 1/2 e 1/3 adottano questo sistema ampiamente descritto nell’articolo.



Come vedete nella foto i vari cavi formano delle crocere che irrigidiscono la struttura. I cavi più importanti sono i “MULI”, che lavorano durante il volo normale e soprattutto durante le richiamate. I cavi di supporto lavorano nel volo rovescio e durante l’atterraggio. I “muli” e i cavi di supporto tengono anche l’ala attaccata alla fusoliera. I cavi tra i montanti servono per impedire la torsione e sono spesso sostituiti da montanti a “N”. I montanti lavorano solo a compressione e non necessitano di fissaggi particolari, sono sufficienti dei pernetti di 2 o 3 mm infilati in fori praticati nel lamierino degli attacchi dei cavi. In realtà i veri biplani fissano i montanti all’ala con bulloni o spinotti, in un vero aereo non ci si preoccupa di salvaguardare l’aereo ma il pilota. Nei nostro caso invece è preferibile salvare il modello, per cui consiglio vivamente questo metodo che ho già ampiamente sperimentato.
Nel mio Bücker che pesa 25 kg ho usato del filo in acciaio inox da 1 mm (lo stesso che si usa per le saldature a filo), e delle clips in metallo standard da 3MA bloccate però da degli anelli di tubo da 7 mm con diametro interno 6 mm che ne impediscono l’apertura. Questo sistema è stato collaudato fino a 90 kg di carico.


Attacco anteriore dell’ala inferiore Bücker (nella foto mancano gli anelli di sicurezza delle clips), da notare la vite a brugola da 4 MA inserita sulla testa del montante: nella testa della vite è stato saldato uno spinotto cortissimo che si incastra in un foro nel lamierino, svitando la vite, il montante si allunga e tende i cavi come corde da contrabbasso (vedi anche nelle foto sotto).


Attacco posteriore dell’ala inferiore Bücker (nelle foto mancano gli anelli di sicurezza delle clips)


Attacco della capra del Bücker. Nel lamierino in acciaio inox si nota un’orecchia che doveva servire per un ulteriore fissaggio dell’ala al pianetto centrale, rivelatasi poi inutile e rimossa.


Attacco dell’ala inferiore del Caproni Ca100 “Caproncino”, in questo caso non ho inserito la vite nella testa del montante per allungarlo. I cavi sono regolati in modo che il perno del montante entri un po’ a forza nel lamierino.